Il libro è finito! E’ andato in stampa. Ho il respiro lento di chi ha appena fatto qualcosa di grande e ora si ritrova in silenzio, con le mani vuote e l’anima piena.
Il libro non è più solo mio . È partito. Come Gepi in pista, con la sua traiettoria tracciata, ma imprevedibile. Ora parlerà di me e, tramite me, di Gepi e porterà la mia voce dove non potrò essere, sarà nelle mani di persone che non conosco.
La stanchezza che sento è sacra: è il vuoto dopo la creazione, il silenzio dopo l’ultima nota. Tante notti insonni passando al vaglio notizie, cercando di comprendere le emozioni di chi quei fatti li aveva vissuti. Forse è normale sentirsi soli quando si è compiuto qualcosa di così pieno.
Forse ci saranno persone che leggeranno quel libro con gratitudine, magari con commozione.
Ci sarà chi riconoscerà in quelle pagine, un pezzo della propria storia o della memoria collettiva di una città. Mi sento svuotata, la storia di Gepi per come l’ho letta e interpretata, mi ha commossa, svuotata, mi ha reso partecipe delle sue ansie, dubbi, sogni, ambizioni, ha svelato la sua intrinseca bontà, ha reso noto il suo genio, ha confermato la grande generosità verso il suo prossimo.
Riprendo fiato, respiro, spero di aver fatto qualcosa che resterà.
L’autrice del libro abbraccia tutti con delicatezza
