L’effetto corona virus e la complessità delle sue ricadute sta creando una serie di scelte da parte degli amministratori locali molto discutibili; infatti il Governatore della Lombardia Fontana, con il divieto di vendita di vino dopo le ore 18, ha generato un messaggio di “infamia” nei confronti di una delle eccellenze del nostro Paese. Bloccare le vendite nei pubblici esercizi e negli esercizi commerciali, oltre all’ingente danno economico del settore, ha scardinato consolidate abitudini di chi esce dal lavoro dopo le 18,00, si ferma a fare la spesa e compra una bottiglia di vino per la cena. Per arginare l’effetto “movida” ha buttato insieme all’acqua sporca anche il bambino! Il vino fa parte della nostra cultura, averne una bottiglia a tavola rallegra, anima la tradizione, è indice della buona compagnia, dell’amicizia, senza trascurare che è fonte di sviluppo economico, offre posti di lavoro ed è fonte di reddito per gli addetti del settore e dell’indotto.

Cavatappi professionale

Stupisce veramente il provvedimento voluto del governatore, di una regione produttrice anch’essa di eccellenze vitivinicole che, per arginare gli effetti della “movida”, oltre che danneggiare l’immagine del vino italiano, determina ingenti danni al settore vitivinicolo, già in grande sofferenza, con un provvedimento che non si può connotare come la panacea per limitare le possibilità di contagio, ma invece avrà grande impatto negativo su investimenti e occupazione.

Speriamo che il Governatore, sollecitato da varie parti, rivisiti il provvedimento.

Cosa succederà in Toscana?

Speriamo che il neo Governatore della Toscana Eugenio Giani e la neo nominata assessora all’agricoltura Stefania Sacccardi, abbiano una maggiore sensibilità e attenzione al settore vitivinicolo della nostra Regione. Vediamo alcuni dati fonte Regione Toscana 2017 “numero di aziende con vite di oltre 22 mila unità, delle quali poco pi di 15 mila con vite da vino Dop. Si tratta di aziende contrassegnate da dimensioni piccole o medio-piccole, anche se non mancano alcune aziende di ampiezza rilevante, oltre le venti le cantine sociali, la cui produzione stata pari al 13 per cento del totale regionale. Il valore ex fabrica generato dalla filiera dei vini Dop e Igp imbottigliati toscani stimata nell’ordine del miliardo di euro, circa 850 milioni di euro per i Dop cui si aggiungono 148 milioni per le Igp, pari al 12 per cento sul totale di 8 miliardi 200 milioni di euro stimato da Ismea per l’Italia” Sono dati economici importantissimi oltre l’immagine di eccellenza che la Toscana ha consolidato all’estero dove la parola Chianti è tra le prime 10 parole italiane più conosciute assieme a pasta, pizza, cappuccino ed espresso.

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